Fonte: Alimentazione Naturale edizione RIZA
LA COLPA DI QUESTA “INTOLLERANZA”, CHE PROVOCA SOPRATTUTTO PROBLEMI INTESTINALI, È DA CERCARE SPESSO IN UN FEGATO AFFATICATO
Può essere difficile individuare subito il problema, ma procedendo per esclusione e affidandoti a test e consulti con esperti, potresti infine arrivare a porti la domanda giusta: sono forse diventato intollerante alle uova?
In realtà, diciamolo subito, il termine intolleranza non è corretto: le uniche intolleranze “ufficiali” sono quelle a glutine e lattosio, in tutti gli altri casi si parla di reazione avversa agli alimenti.
Cambia il nome, ma non la sostanza: l’ingestione dell’alimento in questione – in questo caso l’uovo – causa irregolarità gastrointestinali e altri disturbi e la sua esclusione (temporanea) dalla dieta è la prima soluzione da adottare.
Non è come l’allergia
La reazione avversa alle uova «non va confusa con l’allergia – spiega Monica Binello, biologa nutrizionista – che è molto comune soprattutto nei bambini e può scomparire col tempo. L’allergia è una risposta
del sistema immunitario all’alimento tramite anticorpi specifici, che possono essere rilevati attraverso i test.
Nelle reazioni avverse all’uovo invece non c’è una risposta del sistema immunitario: i sintomi sono simili a quelli dell’allergia, ma senza alcun rischio di shock anafilattico».
I sintomi arrivano tardi
Se si ha il sospetto di non tollerare le uova, oltre a sospendere l’assunzione di questo alimento, la prima cosa da fare è escludere l’eventuale allergia attraverso esami specifici e poi, grazie al consulto di un medico o un nutrizionista, confermare l’elemento problematico nella dieta.
Non è scontato, perché le uova sono “nascoste” in molte preparazioni – quindi potremmo assumerle anche quando crediamo di non farlo – e perché i sintomi non sono immediati, ma possono comparire fino a 2-3 giorni dopo l’ingestione
DA SAPERE
Anche in caso di allergia, non è detto che le uova vadano eliminate del tutto: alcune allergie, ad esempio, sono circoscritte a particolari proteine dell’uovo che vengono inattivate dal calore, quindi non dovrebbero esserci problemi a consumare uova cotte. In ogni caso tieni presente che i soggetti allergici alle uova normalmente hanno familiarità con l’allergia e potrebbero essere già reattivi verso altri elementi.
LA CAUSA
C’È UN SOVRACCARICO EPATICO E DEL SISTEMA DIGERENTE
A causare la reazione avversa alle uova, che può comparire in qualunque momento della vita, può essere «un sovraccarico epatico o un problema degli organi digerenti.
C’è una sorta di “intossicazione”», spiega Binello. Questo affaticamento epatico e digerente difficilmente è causato da un consumo eccessivo di uova: più frequentemente la colpa è di una dieta squilibrata, ricca di junk food e grassi saturi o magari costituita da porzioni eccessive, oltre il reale fabbisogno del corpo.
«Il consulto con un nutrizionista serve anche per questo motivo – prosegue l’esperta – È inutile evitare le uova se si continua a mangiare troppo e male come prima.
Bisogna riequilibrare la dieta quotidiana».
I DISAGI RIGUARDANO ANCHE PELLE E POLMONI
La reazione avversa alle uova si manifesta principalmente con problemi gastrointestinali come gonfiori o coliti, ma se c’è un sovraccarico epatico, non è raro manifestare anche insonnia e irrequietezza, produzione eccessiva di muco, bronchiti ricorrenti, pruriti, dermatiti… Polmoni e cute sono organi emuntori secondari, quindi sono coinvolti nell’eliminazione del surplus di tossine: ecco perché anch’essi possono risentire dell’affaticamento epatico!
SÌ A PIATTI MEDITERRANEI E AI CIBI SALVA-FEGATO
E INTANTO SERVE UNA FASE SENZA UOVA PER RISTABILIRE LA SALUTE DIGESTIVA
In caso di reazione avversa alle uova, il consulto con un esperto è fondamentale per elaborare un piano nutrizionale su misura.
Indicativamente, però, una buona strategia per ritrovare l’equilibrio e reintrodurre le uova nella propria dieta può essere questa.
• Elimina le uova per 2 mesi e poi reintroducile una volta ogni 2-4
giorni, valutando le tue reazioni. Nel periodo di sospensione fai attenzione«alle uova contenute nei prodotti confezionati – specifica la nutrizionista – Occhio a paste fresche, ravioli, gnocchi, dolci… Molti alimenti contengono lecitina e lisozima, additivi che derivano dalle uova».
• Segui una dieta di ispirazione mediterranea che includa pesce, vegetali di stagione, olio extravergine e legumi (ma senza esagerare: le proteine vegetali danno molto lavoro al fegato!). Evita i cibi lunghi da digerire.
• Per favorire il benessere epatico servono fonti di zucchero, la “benzina” del fegato, come la frutta fresca. «Prediligi quella ricca di vitamina C, che ha azione stimolante sulla funzionalità epatica: ad esempio i frutti di bosco. Ottimo il pomodoro, soprattutto cotto: è un ottimo drenante del fegato».
LE SOSTITUZIONI NUTRIZIONALI UTILI
Le uova contengono calcio, fosforo e vitamine A e B, che si possono assumere attraverso il latte.
Grassi buoni, vitamina D e fosforo si trovano anche nel pesce, il ferro nella carne. Carne, pesce e latte apportano inoltre la vitamina B12.
Come fare in pratica
UNA GIORNATA-TIPO SUGGERITA DALLA NUTRIZIONISTA
Ecco un esempio di giornata ad azione drenante sul fegato e senza uova, messo a punto dalla nutrizionista Binello.
• COLAZIONE: una spremuta di pompelmo e limone o una macedonia di frutti di bosco con uno yogurt e un cucchiaio di frutta secca (per introdurre vitamine A, D e C e Omega 3)
• PRANZO: salmone (ricchissimo di Omega 3 e vitamina D) con un’insalata di rucola, valeriana e una pesca bianca, che è diuretica e aiuta a eliminare le scorie.
• CENA: una pasta al pomodoro e un contorno di fagiolini e zucchine (con il potassio che aiuta la funzionalità epatica) da condire con pinoli (ricchi di calcio), olio extravergine e olive (con Omega 6). I carboidrati a cena, nella giusta quantità, danno al fegato l’energia necessaria per lavorare bene (è il momento migliore, perché questa ghiandola durante la notte lavora tantissimo).
Fonte: Alimentazione Naturale edizione RIZA
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