Le intolleranze alimentari devono essere meglio definite come Reazioni avverse agli alimenti per essere distinte dalle riconosciute Intolleranza al lattosio (da deficit enzimatico) e Intolleranza al glutine (celiachia).
Per diagnosticare le Reazioni avverse agli alimenti esistono diverse metodiche, ma spesso i risultati che si ottengono sono poco attendibili.
La scarsa attendibilità dipende dal fatto che le reazioni si manifestano con modificazioni cellulari e coinvolgono il sistema immunitario senza la produzione di anticorpi IgE.
Il metodo utilizzato dalla Dott.ssa Binello, notificato presso il Ministero della Salute, è il Cytotest ®.
Cytotoxic Test ®
Prove tossiche alimentari sul sangue
Per diagnosticare le Reazioni avverse agli alimenti (spesso indicate con il termine Intolleranze) esistono diverse metodiche, ma spesso i risultati che si ottengono sono poco attendibili. La scarsa attendibilità dipende dal fatto che le reazioni si manifestano con modificazioni cellulari e coinvolgono il sistema immunitario senza la produzione di anticorpi IgE.
Il Cytotest è un metodo valido ed efficace che si esegue sul sangue: è una indagine in vitro che si effettua ponendo a contatto il siero e i leucociti del paziente con degli estratti alimentari purificati. Si utilizzano comuni vetrini da laboratorio trattati secondo particolari procedure standardizzate e si effettua un’osservazione al microscopio per evidenziare modificazioni strutturali dei granulociti neutrofili.
Ai pazienti risultati positivi al test per una o più sostante viene suggerita l’eliminazione degli alimenti per un periodo che dipende dal grado di reazione riscontrato. L’eliminazione ha come obiettivo quello della disintossicazione dell’organismo e, in particolare, permette di ottenere la perdita di memoria da parte dei globuli bianchi verso quel particolare alimento che è tossico per l’individuo. Sarà cura del Nutrizionista vagliare attentamente le risposte del test, in modo da prescrivere uno schema alimentare che non privi il paziente dei nutrienti essenziali. Indipendentemente dal periodo di astinenza previsto, se i sintomi riferiti dal paziente sono in relazione alle intolleranze alimentari, nel periodo di 4-6 settimane, sono destinati a risolversi o comunque a migliorare nettamente.
Le intolleranze alimentari si sviluppano soprattutto verso alimenti assunti quitidianamente come grano, latte, uova, oliva, ecc. e non sono perenni. Normalmente, dopo un periodo di astinenza, gli alimenti risultati positivi possono essere reintrodotti nella dieta, evitando però assunzioni quotidiane che potrebbero facilitare un nuovo accumulo di tossine nell’organismo.
Le intolleranze alimentari
Le intolleranze alimentari devono essere meglio definite come Reazioni avverse agli alimenti per essere distinte dalle riconosciute Intolleranza al lattosio (da deficit enzimatico) e Intolleranza al glutine (celiachia).
Le intolleranze alimentari:
- sono una reazione cronica a sostanze assunte frequentemente;
- il disturbo provocato non segue immediatamente l’assunzione, ma può avvenire a distanza di tempo (anche fino a 72 ore dopo);
- si possono manifestare con sintomi e malattie a carico di qualsiasi organo-apparato-sistema;
- il fenomeno si può accompagnare a disturbi di assuefazione, dipendenza e relativa astinenza in caso di sospensione;
- i sintomi non sono proporzionali alla quantità dell’alimento intollerato introdotto, quindi non sono dose-dipendente e anche piccole quantità possono mantenere l’intolleranza;
- sono frequenti reazioni incrociate tra alimenti della stessa famiglia biologica o gruppo, quindi assumere alimenti collaterali vuol dire non disintossicare l’organismo e mantenere l’intolleranza.