“Fare sport” e “Fare attività fisica” non sono sinonimi.
L’attività fisica si riferisce ad una regolare attività motoria aerobica o anaerobica che può variare in base alle caratteristiche e/o patologie del soggetto con lo scopo di migliorare le funzioni cardiocircolatorie e respiratorie, tonificare i muscoli e favorire mobilità articolare ed elasticità muscolare.
Fare sport significa invece dedicarsi ad una disciplina sportiva, allenandosi costantemente per migliorare performance fisica e tecnica dei gesti atletici e degli schemi di gioco.
Nello sportivo alla base di una buona prestazione c’è sempre un’ottima alimentazione.
In particolare, nella gestione dell’alimentazione dei ragazzi in fase di crescita che fanno sport, è importante considerare che il metabolismo presenta differenze rilevanti rispetto all’adulto.
Una dieta varia ed equilibrata, che eviti l’uso di alimenti manipolati industrialmente, è sufficiente per alimentare un ragazzo che fa sport finché si parla di attività sportiva “educativa” e non agonistica, caso in cui invece la gestione della dieta deve essere più articolata e dettagliata in funzione di una serie di parametri relativi a tempi e carichi di lavoro a cui l’atleta è sottoposto.
Tutte le discipline sportive richiedono energia, ogni disciplina comporta una richiesta di energia specifica ed è fondamentale la ripartizione del fabbisogno energetico fra i diversi pasti della giornata, con un adeguamento allo stato di salute e alle esigenze dello sport praticato.
Le associazioni alimentari in un pasto così come la sequenza dei pasti creano delle sinergie che consentono un buon funzionamento dell’organismo e una prestazione ottimale durante l’attività fisica.
La dieta corretta presuppone il giusto consumo di carboidrati, proteine, grassi, sali minerali e vitamine, ma ai fini di una buona prestazione è necessario tenere conto anche delle loro caratteristiche biochimiche, dei tempi di digestione e del tipo di preparazione.