Per gestire il mal di stomaco con l’alimentazione è bene distinguere le diverse tipologie di gastriti.
La gastrite ipersecretiva, si presenta con sintomi che vanno dal bruciore al senso di pesantezza fino alla nausea e all’inappetenza ed è legata ad una eccessiva produzione di acido cloridrico da parte delle cellule antrali dello stomaco. Deriva spesso da cattive abitudini alimentari come l’impiego di alimenti troppo caldi o troppo freddi, dall’abitudine di mangiare in fretta trascurando la corretta masticazione (che è la prima fase della digestione) o dall’abuso di alimenti che per la loro natura compromettono il regolare svuotamento gastrico come l’alcol, alcune spezie, cibi troppo ricchi di grassi o proteine e alimenti molto acidi.
Luogo comune da sfatare è che il rimedio d’urgenza possa essere rappresentato da una sostanza alcalina come il bicarbonato di sodio che può invece diventare la causa dell’evoluzione dell’iperacidità verso forme ulcerative ben più importanti : se il pH acido dello stomaco viene violentemente portato a valori basici si ha uno stimolo alla peristalsi con rapido svuotamento gastrico che genera sollievo immediato, ma si ha per contro uno stimolo alla produzione di acido cloridrico molto intenso per cui si ricrea, peggiorandola, la situazione di partenza.
Sarebbe consigliato piuttosto il consumo di 2-3 cucchiai di succo di limone puro, abbastanza acido per favorire una contrazione che porti allo svuotamento gastrico verso il duodeno dove i bicarbionati prodotti dal pancreas possano riportare il pH a valori normali in modo fisiologico.
Fattore importantissimo nelle patologie gastriche è la modalità di cottura dei cibi che incide nettamente sulla loro digeribilità.
Le pietanze con liquidi in eccesso come i minestroni di verdura (per di più ricca di cellulosa che tende a permanere nel lume gastrico), devono essere banditi in caso di gastrite ipersecretiva e possono invece essere sostituiti da verdure ripassate in una padella con bordi bassi per favorirne la disidratazione.
Per lo stesso motivo saranno da preferire pasta e riso cotti al dente perché un tempo di cottura maggiore le farebbe imbibire eccessivamente diventando più difficilmente aggredibili dai succhi gastrici.
La patata è un alimento utile nelle gastriti a patto che sia cotta nel forno con solo olio extravergine e non con altri cibi grassi in quanto ha la proprietà di assorbire e trattenere tutte le sostanze diventando così un alimento di difficile digestione. Non è opportuno il consumo invece della patata lessa perché troppo imbibita di acqua ed è preferibile la patata a pasta gialla che assorbe meno acqua rispetto a quella bianca.
Alimenti da evitare saranno i frutti di mare, la carne rossa e le uova (soprattutto sode) rese difficilmente digeribili dal loro contenuto in proteine e minerali.
Sconsigliati anche i legumi e i funghi ricchi di proteine e zuccheri complessi, soprattutto se abbinati alla pasta.
Il pesce può essere proposto solo secondo le modalità di cottura che lo rendono più digeribile: da evitare il pesce bollito (troppo imbibito di acqua) e da preferire il pesce cotto al sale.
Ottimi sono il prosciutto crudo e le bistecche di carne bianca cotte rapidamente (ai ferri o per frittura in olio extravergine senza l’impanatura con l’uovo, ma con sola farina).
Da evitare la frutta troppo ricca di acqua e zuccheri, le verdure come pomodoro, melanzane e peperoni ricchi di solanina, spinaci, broccoli e rucola, ricche di ferro e iodio.
Consigliato invece il cavolo cappuccio bianco che, ricco di gefarnato, stimola lo stomaco a produrre muco protettivo.
Il latte spesso è ben sopportato, ma deve essere proposto freddo perché se caldo tende a cagliare formando un coagulo difficilmente destrutturabile perché ricco di grassi, oltre a favorire l’ipersecrezione di acido cloridrico a causa del suo contenuto in calcio.
Il Parmigiano Reggiano racchiude in sé tutti gli enzimi delle attività digestive iniziali grazie ai procedimenti di caseificazione a cui è sottoposto pertanto è l’unico formaggio che porta giovamento nelle patologie gastriche.
A differenza delle gastriti con iperacidità e dell’ulcera gastrica, le gastriti atrofiche, sono legate ad un processo infiammatorio della mucosa dello stomaco con perdita della componente ghiandolare e conseguente scarsa produzione di acido cloridrico.
In questo caso sono controindicati gli alimenti eccessivamente disidratati tanto quanto quelli troppo imbibiti di acqua, mentre è utile favorire gli alimenti acidi con pochi zuccheri come il kiwi che, ricco anche di vitamina C, svolge in più un’azione di stimolo sulla mucosa che secerne acido cloridrico.
Per lo stesso motivo si potranno proporre anche alimenti ricchi di sali come il prosciutto crudo o il Parmigiano Reggiano e il peperoncino che, aumentando il flusso sanguigno, induce le cellule produttrici di acido cloridrico ad aumentare il loro secreto e porta anche uno stimolo ricostruttivo delle zone atrofiche.
Importante in questa forma di gastrite sfruttare il potere digestivo del calore bevendo a fine pasto una tisana di buccia di limone.
Concessi i passati di verdura, ma cremosi e non liquidi da abbinare in un pasto a del prosciutto crudo, ad una patata bollita condita con olio e limone e a un kiwi oppure a una coppa di fragole che per il loro contenuto in acido acetilsalicilico svolgono anche un’azione antiinfiammatoria (da non usare invece nelle gastriti iperacide e nelle ulcere gastriche per il loro effetto anticoagulante).
Nel reflusso gastro-esofageo si verifica la risalita del contenuto acido dello stomaco verso l’esofago e si accompagna a sintomi come senso di bruciore o pesantezza allo stomaco, cattiva digestione e spesso anche tosse, ma non è necessariamente associato all’iperacidità pertanto alimenti sconsigliati nella gastrite iperacida possono essere in questo caso di giovamento (l’ananas per esempio può essere utile per l’azione antiinfiammatoria esercitata dalla bromelina).
Possono invece provocare fastidio tutti gli alimenti ruvidi come la mela o i cibi che siano stati poco masticati. Molto utili nei disturbi da reflusso sono il miele, che svolge un’azione lenitiva, nutritiva e antibiotica e gli alimenti molli e scivolosi come la lattuga bollita, le biete bollite, le zucchine e le vellutate di verdura condite con abbondante olio extravergine.
Importanti sono gli alimenti con proteine nobili come l’uovo poco cotto o la carne magra tritata che forniscano il materiale per la riparazione della mucosa danneggiata oltre ad alimenti antiinfiammatori e antibiotici come la cipolla e l’aglio che in questo caso non disturbano, a differenza di quanto avviene nelle altre patologie gastriche.
A fine pasto può essere utile un frullato di latte e banane o pere che ripulisca il canale esofageo lasciando una verniciatura lipidica di protezione.
Utile anche il consumo di mango, papaia e avocado, frutti contenenti grassi di buona qualità che sono ben tollerati in tutte le gastropatie mentre è controindicato il gelato che provocherebbe uno shock da freddo con trauma termico che riacutizzerebbe il problema.
La camomilla e la polenta rappresentano rimedi alimentari utili in quasi tutte le forme di gastralgia perché dotati di un altissimo potere miorilassante (la camomilla), assorbente (la polenta) e lenitivo (entrambi).
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